Circa il 50% dei CRC si sviluppano a seguito di stili di vita sbagliati, la cui correzione potrebbe ridurre di almeno il 25% l’incidenza del tumore.
Esiste una forte evidenza che la sedentarietà, il fumo di sigaretta, l’uso di alcol e l’obesità possano aumentare il rischio di CRC. In aggiunta è stato suggerito che una dieta ricca in fibre vegetali, cibi integrali, frutta e verdura, e povera in grassi animali e carne rossa e lavorata possa determinare una riduzione del rischio neoplastico
É stato dimostrato che l’aspirina ed i farmaci antiinfiammatori come il colecoxib possono ridurre il rischio di tumore del colon negli individui ad alto rischio.
Alcuni dati suggeriscono che anche il calcio e la vitamina D possano avere un effetto protettivo.
La colonscopia come primo esame di screening viene proposta ogni 10 anni, in genere non nell’ambito di programmi organizzati (in quanto estremamente costosa), ma in quello che viene definito “screening opportunistico”, ossia screening proposto su base individuale dal medico al paziente che si trovi in una età a rischio e che non presenti sintomi specifici.
Esistono anche altre tecniche proposte per lo screening quali la colonscopia virtuale (una TAC addome che consente di avere immagini molto precise del colon, ma che è costosa ed espone a radiazioni) ed il test del DNA sulle feci (FIT-DNA). Il FIT-DNA ricerca nelle feci vari marcatori genetici di CRC ed in caso di positività va fatto seguire da una colonscopia. Si tratta di una metodica sperimentale non ancora entrata nella routine.
Screening
Poichè la maggior parte dei CRC si sviluppa a partire da un polipo ed il tempo che un polipo impiega a divenire un cancro può essere di 5 -15 anni, la applicazione di programmi di screening può consentire il riconoscimento di lesioni ad uno stadio iniziale, tale da permettere la interruzione della trasformazione del polipo in tumore, attraverso la sua rimozione, o la cura del tumore in uno stadio iniziale. In tal modo lo screening ha la potenzialità di ridurre sino al 60% il numero di morti per CRC.
Le 3 principali modalità di screening sono rappresentate dalla colonscopia diretta, dalla ricerca del sangue occulto fecale seguito dalla colonscopia e dalla sigmoidoscopia (ossia la esplorazione endoscopica della metà sinistra del colon). Ogni metodica presenta vantaggi e svantaggi in termine di efficacia, costi e fattibilità con la sigmoidoscopia che ha attualmente i dati più robusti in termine di riduzione di mortalità per tumore.
Il sangue occulto fecale (detto FOBT) è la metodica più usata nel mondo; in Italia tale pratica viene eseguita in tutte le regioni con la eccezione del Piemonte e di parte del Veneto dove si esegue la sigmoidoscopia. Il FOBT viene fatto ogni 2 anni e viene seguito da una colonscopia se risultato positivo. Esistono due modi per determinare il FOBT, quello basato sul guaico e quello immuno-chimico. Quest’ultimo è quello usato in Italia. Si calcola che tale pratica possa ridurre del 25% la mortalità per tumore.
La sigmoidoscopia, secondo il programma piemontese, viene eseguita una volta all’età di 58 anni ed ha la capacità di ridurre del 40% la mortalità per CRC.
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