Clicca sulla domanda per visualizzare solo la porzione di intervista inerente:
Domande
Il parto è la fase finale della gravidanza, quella che inizia dalla prima contrazione del pretravaglio e termina con la nascita della/del bambina/o.
Come si fa a partorire?
La futura mamma non lo sa, ma come si fa a partorire è scritto da qualche parte dentro di lei. Il parto è un evento naturale , il parto è un profondo dialogo interiore tra il bambino, quiete e attività, contrazioni e spinte, inspirazione e espirazione: il ginecologo e l’ostetrica accompagnano in questo percorso la mamma aiutandola con esercizi di respirazione e posizioni adatte a favorire la progressione del bambino nel canale del parto.
Che dolore si sente a partorire?
Il dolore da parto ha caratteristiche diverse a seconda della fase del travaglio, che viene classicamente distinto in fase dilatante e fase espulsiva: nella fase dilatante, durante la quale si assiste alla progressiva dilatazione della cervice uterina, il dolore è di tipo viscerale, intermittente, sincrono con le contrazioni: ha infatti un andamento crescente, raggiunge un picco massimo e poi decresce ; è avvertito diffusamente nell’addome soprattutto in regione periombelicale e a livello lombare; nella fase espulsiva il dolore invece è più intenso, di tipo somatico, è dovuto allo stiramento delle fibre dei tessuti del perineo, viene avvertito prevalentemente a livello vaginale e perineale e si sovrappone alla sensazione di spinta.
Come prepararsi al parto?
Seguire i corsi di accompagnamento alla nascita, che attraverso i consigli dei professionisti consente di arrivare sicuramente più consapevoli al travaglio . Durante la gravidanza, è importante seguire i controlli raccomandati dalle linee guida, mantenersi in movimento, accogliere le emozioni e condividerle con il papà, provare a vivere nella leggerezza i momenti che lo precedono. Arrivate a termine, si può preparare la valigia da portare in ospedale, con il cambio per la mamma e per il neonato.
Come riconoscere il travaglio?
Il travaglio è per definizione quel periodo in cui la donna avverte contrazioni dolorose e sempre più ravvicinate(una ogni 5 minuti). Il travaglio non coincide necessariamente con la rottura delle membrane , evento che anzi spesso precede di qualche ora l’instaurarsi del travaglio attivo; è altresì vero che una donna può cominciare a travagliare senza “rompere le acque”. Rendersi conto di essere in travaglio non è sempre semplice: capita sovente che si confondano le cosiddette contrazioni “prodromiche” o preparatorie per quelle del travaglio vero e proprio. D’altro canto, riuscire a presentarsi in ospedale in travaglio attivo permette alla donna di risparmiare energie mentali e fisiche per il periodo espulsivo accorciando i tempi di attesa in pronto soccorso. Spesso incontriamo signore che si presentano con estremo anticipo in ospedale per paura di non avere tempo di ricevere la peridurale. Mi sento di rassicurare le mamme del fatto che a meno di casi davvero estremi, la peridurale viene garantita sempre, anche quando le donne si presentano già abbondantemente dilatate.
Qual è il parto meno doloroso?
Non esiste un tipo di parto meno doloroso degli altri in assoluto. Senz’altro l’analgesia peridurale costituisce l’alleato migliore contro il dolore. D’altra parte, le donne che per scelta o per mancanza di tempo non ricevono la partoanalgesia, vengono assecondate nell’individuare la posizione antalgica per loro migliore, sia essa litotomica, in piedi o a carponi. Il parto in acqua non è sinonimo di parto indolore.
Che cosa provoca il parto?
Le conseguenze più immediate del parto coinvolgono in prima istanza il perineo. I muscoli della pelvi subiscono un discreto stress, con la possibilità di fastidi di diversa natura nel breve periodo. A parte rare eccezioni, che nella medicina sono inevitabili, il parto non ha conseguenze funzionali sul lungo periodo. Se è stata effettuata l’episiotomia o se si è verificata una lacerazione spontanea, il ginecologo ricostruirà l’anatomia vaginale con pochi punti che si riassorbono nel giro di qualche giorno. Questo passaggio dura pochi minuti, e la mamma quasi non se ne accorge, se non alla fine, quando chiede puntualmente “quindi quanti punti ho?”. Dal punto di vista estetico sarà praticamente impossibile notare la minima differenza rispetto a prima. Nei giorni successivi non deve spaventare un’eventuale incontinenza urinaria o all’aria intestinale, che regredisce rapidamente con il pieno recupero della muscolatura perineale. L’attività sessuale dovrebbe essere ripresa dopo uno-due mesi dal parto: anche in questo caso è possibile che vi sia un leggero dolore le prime volte, ma la cosa regredisce del tutto nella gran parte dei casi. Le neomamme nelle quali uno o più dei problemi citati permane hanno a loro disposizione più ambulatori medici specializzati per recuperare in fretta eventuali deficit acquisiti.