Sintomi rilevanti
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Domande
In questa puntata di UPsalute abbiamo intervistato uno dei massimi esperti del piede diabetico a livello mondiale, il professor Carlo Maria Ferdinando Caravaggi, Responsabile del Centro Piede Diabetico del Gruppo MultiMedica e con lui abbiamo affrontato il tema del diabete.
Che cos'è il diabete?
Il diabete, o più correttamente diabete mellito, fa parte delle malattie croniche a carattere metabolico che causa la presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) dovuti ad un’alterazione quantitativa o funzionale dell’insulina. L’insulina è l’ormone prodotto dal pancreas che permette al glucosio di accedere alle cellule e viene poi utilizzato dalle stesse come fonte energetica. Quando ci sono alterazioni in questa trasformazione, il glucosio tende ad accumularsi nel circolo sanguigno.
Oggigiorno vengono riconosciuti dalle società medico-scientifica 3 macro classi di diabete mellito: il diabete di tipo 1, il diabete di tipo 2 e il diabete gestazionale.
Diabete di tipo 1
In questa classe di diabete il malfunzionamento del pancreas inibisce la produzione di insulina causata dalla distruzione delle cellule ß artefici della produzione di questo ormone: per compensare tale mancanza è necessario al paziente iniettarsi dell’insulina ogni giorno per tutta la vita. Il tempo in cui avviene la distruzione delle ß-cellule è, comunque, piuttosto variabile, per cui in alcune persone la malattia potrebbe manifestarsi prima di altri, solitamente nei bambini e negli adolescenti, e meno velocemente in adulti e anziani (questa forma è particolarmente rara e viene chiamata LADA: Late Autommune Diabetes in Adults).
Generalmente nelle classi di diabete questa forma è presente in circa il 10% di pazienti e può sorgere in età infantile o nell’adolescenza.
Diabete tipo 2
È la forma più comune di diabete e rappresenta circa il 90% dei casi di questa malattia. Non sono chiare ancora le cause specifiche, però per la scienza è certa l’impossibilità di assorbimento dell’insulina da parte delle cellule dell’organismo del paziente affetto da tale condizione anche se in questo caso il pancreas è in grado di produrla differentemente dal diabete di tipo 1.
In genere la malattia si manifesta in età più avanzata -dopo i 30-40 anni- e numerosi fattori di rischio sono da associare alla sua insorgenza. Tra questi: la familiarità, la poca attività fisica, l’obesità e il sovvrappeso. Influisce inoltre anche la provenienza specifica di alcune tipologie etniche.
Questa patologia può essere latente per molti anni in quanto l’iperglicemia si sviluppa gradualmente e la condizione iniziale non è cosi grave da dare i classici sintomi del diabete. Solitamente la diagnosi avviene casualmente o in concomitanza di una situazione di stress fisico (infezioni o interventi chirurgici).
Nel diabete di tipo 2 si possono verificare forme rare di affezione, dette MODY (Maturity Onset Diabetes of the Young), in cui la patologia ha un esordio giovanile e identificando nel suo esordio rari difetti genetici.
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