L’ansia è uno stato di attivazione psicofisica che caratterizza l’individuo che si confronta con eventi, situazioni, decisioni future e ne valuta la pericolosità potenziale. Occorre specificare che l’ansia in realtà non ha di per sé una connotazione negativa.

Ansia

A dispetto della sgradevolezza delle sue manifestazioni estreme, essa svolge un ruolo preciso nel funzionamento generale dell'individuo e, come tale, è una modalità esistenziale che può caratterizzare momenti e fasi differenti della vita. 


Solo nelle sue manifestazioni estreme e disadattive l'ansia rientra nel dominio della psicopatologia, manifestandosi allora in disagi significativi che affliggono alcune persone.

L’ansia cessa di essere un’emozione fisiologica e adattiva e si trasforma in un problema quando l’attivazione del nostro “sistema di allarme” diviene spropositata e incoerente con il contesto.

Ansia 2

In questo ultimo caso, le manifestazioni che la accompagnano sono talmente importanti o durature da causare un disagio significativo per la persona, oppure portano a una compromissione del suo funzionamento in ambito sociale, lavorativo, scolastico, comportamentale o in altre aree importanti della vita.
 

Attacco di panico 

L'attacco di panico viene descritto frequentemente attraverso sintomi somatici che somigliano a quelli di una crisi cardiaca.

Cardiaca 1

Per questa ragione, molti pazienti cercano aiuto andando al pronto soccorso. L'attacco, tipicamente, dura dai 5 ai 20 minuti ed è quasi sempre caratterizzato sia da sintomi somatici sia da sintomi psichici.


Un attacco di panico consiste nella comparsa improvvisa di paura o disagio intensi che raggiunge il picco in pochi minuti.

Paura

Durante questo arco temporale, devono verificarsi quattro o più dei seguenti sintomi:

  1. Palpitazioni o tachicardia.
  2. Sudorazione.
  3. Tremori.
  4. Affanno o sensazione di soffocamento.
  5. Fame d’aria.
  6. Dolore o fastidio al petto.
  7. Nausea o disturbi addominali.
  8.  Sensazioni di vertigine o di svenimento.
  9. Brividi o vampate di calore.
  10.  Sensazioni di torpore o di formicolio.
  11. Derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da sé stessi).
  12. Paura di perdere il controllo o di “impazzire”.
  13. Paura di morire.

Come riportato nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DMS-5), per poter fare diagnosi di disturbo di panico, devono essere presenti attacchi di panico ricorrenti e inaspettati. Con il termine ricorrente si intende che l’attacco di panico sperimentato deve essere maggiore di uno.

Il termine inaspettato si riferisce ad un attacco di panico per il quale la persona non riesce a individuare un chiaro elemento scatenante.

Panico


Inoltre, per poter diagnosticare il disturbo di panico, almeno uno degli attacchi deve essere seguito da un mese (o più) di uno o entrambi i seguenti sintomi:
1.    preoccupazione persistente per la possibilità che insorgano altri attacchi o per le loro conseguenze;
2.    modificazione disattiva del comportamento correlata agli attacchi, con il tentativo di minimizzare o evitare gli attacchi di panico oppure le loro conseguenze. 


Infine, il manifestarsi dell’attacco di panico non deve essere attribuibile agli effetti fisiologici di sostanze o alla presenza di problemi medici che potrebbero provocare sintomi simili a quelli esperiti durante l’attacco di panico. 


Spesso il disturbo di panico può manifestarsi in concomitanza di sintomi depressivi secondari al disturbo d'ansia primario, di un utilizzo incongruo di sostanze a scopo autoterapeutico oppure di comportamenti estremi volti a controllare gli attacchi di panico, come ad esempio gravi restrizioni di assunzione di cibo oppure evitamento di cibi specifici. 

Mental 1
 

Con il termine “ansia” si è soliti far riferimento ad una condizione di malessere psicologico tra le più diffuse.

A soffrirne in modo significativo sarebbe almeno il 10% della popolazione generale, con una particolare prevalenza tra giovani e donne. Se consideriamo le forme meno gravi, il numero di persone che hanno a che fare con l’ansia aumenta vertiginosamente.

Ansia 4

Le donne hanno un rischio di avere un disturbo d'ansia che è il doppio di quello degli uomini e il divario tende ad aumentare se si considera nello specifico il disturbo di panico, con una prevalenza dalle due alle tre volte superiore nelle donne.

Diverse variabili sono coinvolte in questa differenza, tra le quali: fattori ormonali, eventi di vita quali la gravidanza e la menopausa e la maggiore predisposizione delle donne a parlare dell'ansia ai medici e ai terapeuti.

Psicolo 3


Tuttavia, occorre segnalare come la possibilità di esperire occasionalmente un attacco di panico sia un’esperienza piuttosto comune nella popolazione. Al contrario, l’incidenza del disturbo di panico vero e proprio risulta essere molto inferiore, pari al 3,1% nell’arco di un anno e al 5,2% nell’arco della vita nella popolazione adulta di età compresa tra i 18 e 64 anni.


L'età di esordio del disturbo di panico è solitamente nella prima età adulta (20-24 anni), mentre un esiguo numero di casi inizia nell'infanzia. L'esordio dopo i 45 anni è insolito, sebbene possibile. 
 

Gli attuali modelli dei circuiti neuronali per il disturbo di panico sottolineano il ruolo dell'amigdala e delle strutture collegate, come accade in altri disturbi d'ansia. Vi è un aumentato rischio di sviluppare un disturbo di panico tra i figli di genitori con disturbi d'ansia, disturbo depressivo e disturbo bipolare.

rischio

I fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di sviluppare un disturbo di panico sono:
•    predisposizione a esperire emozioni negative e la disposizione a credere che i sintomi dell'ansia siano nocivi;
•    una storia di “fearful spells” (cioè attacchi paucisintomatici che non soddisfano appieno i criteri di un attacco di panico);
•    le segnalazioni di esperienze di abuso fisico e sessuale in età infantile;
•    il fumo di sigaretta; 
•    problemi respiratori, come l'asma;
•    la maggior parte degli individui riferisce la presenza di eventi stressanti identificabili nei mesi precedenti il loro primo attacco di panico (per es., eventi stressanti interpersonali ed eventi stressanti legati al benessere fisico, come esperienze negative con sostanze illecite o prescritte, oppure lutto).
 

Se l’ansia diviene una presenza invalidante nel corso della propria quotidianità e genera un disagio emotivo significativo, impedendoci di portare avanti una vita appagante o di portare a termine le attività quotidiane, è necessario chiedere aiuto ad un professionista della salute mentale.

Psicologo 2

Non esiste un unico modo di affrontare l’ansia, non c’è una formula magica che vada bene per tutti e questo perché l’ansia non ha un significato univoco per tutti. 

In linea generale, la migliore cura per far fronte al disturbo di panico consiste nel poter iniziare un percorso di psicoterapia in contemporanea, quando necessario, all’assunzione di una terapia psicofarmacologica.


Personalmente sostengo che l’ansia sia come un allarme che il nostro organismo manifesta psichicamente e fisicamente; perciò, l’ansia non è che un sintomo di qualcosa che non sta “funzionando” come dovrebbe. Per questo, l’obiettivo del mio lavoro clinico non si limita allo spegnere i sintomi ingenerati dall’ansia ma a capire quali siano le radici sottostanti per poi darne un significato che sia cucito sulla storia della singola persona.
 

Ansia 3

Dal momento in cui l’ansia consiste in una condizione fisiologica e in una risposta dell’organismo utile e indispensabile per affrontare gli ostacoli quotidiani, non è utile cercare delle strategie per evitare di provarla in assoluto.

Allo stesso tempo, però, per evitare di viverla nelle sue forme più estreme e sgradevoli, è importante prestare attenzione ai fattori di rischio, come l’uso di sigarette e di sostanze stupefacenti, periodi in cui sia necessario prendere delle scelte importanti per il proprio futuro, lutti e naturalmente gli eventi traumatici, condizioni che apportano sempre un incremento dei vissuti ansiosi e possono aumentare il rischio di avere severi episodi ansiosi e attacchi di panico. 

Stupefacenti

Ognuno di noi può attraversare momenti faticosi in cui l’ansia e le preoccupazioni gravano sulla qualità della vita quotidiana, pur non soffrendo di forme clinicamente significative d’ansia.

Dunque, può essere utile affrontare preventivamente il proprio rapporto con l’ansia e con i propri vissuti ansiosi.

É fondamentale non sottovalutare la propria ansia pensando che si debba chiedere aiuto solo una volta giunti a condizioni estreme, al contrario può essere importante rivolgersi ad un professionista che ci possa accompagnare in un percorso di cura e di consapevolezza su noi stessi. 

Psicologo
 

  • American Psychiatric Association (2013). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – Quinta edizione. DSM-5. Tr.it. Raffaello Cortina, Milano, 2015
  • Lingiardi V., McWilliams N. (a cura), PDM-2. Manuale Diagnostico Psicodinamico, Cortina, Milano 2018.
Cervello

Marco Iuculano

Marco Iuculano
Psicologo a indirizzo clinico e della salute

“Non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio, ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale”.
C.S. Lewis

Non sono presenti Interviste o Filmati per questa patologia.
Non sono presenti Documenti per questa patologia.