Quando le cellule della vescica crescono in modo anomalo, possono diventare cancerogene e causare il tumore alla vescica.
Il tumore della vescica è tra le neoplasia più frequenti nel mondo: nella popolazione nel suo complesso, occupa il 5° posto tra i tumori più frequenti, e il 4° posto se si considera la sola popolazione maschile.
In Italia, circa 30.000 nuovi casi vengono diagnosticati ogni anno, con maggiore prevalenza negli uomini piuttosto che nelle donne.
Il tumore vescicale diventa più comune con l’invecchiamento. Si riscontra più spesso nella fascia di età di 75-84 anni. E’ coinvolta soprattutto l’etnia caucasica anche se spesso risulta più aggressiva negli afro-americani.
Come si sviluppa il tumore della vescica?
La parete della vescica ha molti strati, costituiti da diversi tipi di cellule. La maggior parte dei tumori della vescica inizia nell'urotelio o nell'epitelio di transizione che costituisce il rivestimento interno della vescica.
Il cancro alla vescica peggiora quando cresce dentro o attraverso altri strati della parete vescicale. Nel tempo, il cancro può crescere al di fuori della vescica nei tessuti vicini, può diffondersi ai linfonodi vicini e ad altri più lontani. Talora può raggiungere le ossa, i polmoni o il fegato e altre parti del corpo.
Le cause di questo tumore non sono del tutto chiare, esiste però una relazione con il fumo, l’esposizione a radiazioni o a sostanze chimiche (es vernici), le infezioni urinarie da parassiti.
- Età: si tratta di un tumore raro prima dei 40 anni.
- Sesso: gli uomini sono considerati più a rischio.
- Fumo: a causa delle sostanze chimiche che si accumulano nell'urina dei fumatori.
- Esposizione a sostanze chimiche quali l'arsenico e i prodotti utilizzati nella lavorazione della gomma, della pelle, delle vernici e nell'industria tessile.
- Alcuni farmaci utilizzati nel trattamento del cancro, quali la ciclofosfamide.
- Esposizione a radiazioni in seguito a un trattamento di radioterapia nella regione pelvica.
- Infiammazioni croniche della vescica quali infezioni urinarie o cistiti, causate per esempio da parassiti diffusi in alcuni paesi del Medio Oriente (Schistosomiasi).
- Familiarità: presenza di casi di tumore alla vescica in famiglia.
- Etnia: la popolazione caucasica risulta essere più colpita delle altre
Alcune persone possono avere sintomi che suggeriscono di avere un cancro alla vescica. Altri potrebbero non avvertire o rilevare nulla.
Alcuni sintomi non dovrebbero mai essere ignorati e richiedo una tempestiva valutazione specialistica:
- Ematuria (sangue nelle urine) - il sintomo più comune, spesso senza dolore
- Minzione frequente e urgente
- Dolore quando si urina
- Dolore al basso ventre
Nei casi più avanzati, in cui siano coinvolti dalla malattia anche altri organi a causa della diffusione del tumore vescicale primitivo (metastasi ad altri organi), possono comparire sintomi legati a tale coinvolgimento (dolore osseo, difficoltà respiratorie, alterazioni epatiche, etc).
La diagnosi precoce e accurata del tumore della vescica è essenziale per quanto riguarda quella che potrà essere l’efficacia del trattamento: può servire ad ampliare le opzioni terapeutiche a disposizione e quindi ad aumentare, in generale, le probabilità di guarigione.
In caso di un sospetto tumore vescicale, l’esame di prima istanza è l’ecografia dell’apparato urinario, esame non invasivo che serve ad accertare l’esistenza del tumore ma anche a monitorare possibili recidive.
Un altro esame in grado di verificare l’esistenza di un tumore alla vescica è l’esame citologico delle urine, che permette di individuare la presenza di eventuali cellule tumorali di origine vescicale. Va tenuto presente che le citologie urinarie si eseguono su tre campioni di urina prelevata al mattino. Si tratta di un esame altamente specifico ma poco sensibile (quindi anche se negativo, non esclude la possibile presenza di tumore vescicale).
A seguire, nella scala temporale degli esami ci sono:
- la cistoscopia: procedura minimamente invasiva, eseguita perlopiù ambulatorialmente; consiste nell’introduzione di uno strumento sottile e flessibile (il cistoscopio) nell’uretra in anestesia locale; consente all’urologo di ispezionare visivamente l’uretra e le pareti vescicali
- la Tomografia assiale computerizzata (TC o TAC) addome o la Risonanza magnetica: esami radiologici eseguiti generalmente con iniezione di un mezzo di contrasto, che forniscono al medico la visione in toto degli organi del paziente
- la PET, tomografia a emissione di positroni: esame radiologico che attraverso il deposito di un radio-farmaco nelle lesioni neoplastiche ne permette l’individuazione.
L’efficacia e la scelta del trattamento del tumore della vescica è dato dalla somma di molti fattori, tra cui la tipologia e lo stadio evolutivo del tumore (grado e stadio), oltre che l’età e lo stato di salute del paziente.
Grado e stadio del tumore vescicale
Il grado e lo stadio sono due modi importanti per misurare e descrivere come si sviluppa il cancro vescicale. Il “grado” tumorale indica quanto sono aggressive le cellule tumorali. Lo “stadio” tumorale indica quanto si è diffuso il cancro.
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- Grado: i tumori vescicali possono essere di basso o alto grado. Le cellule tumorali di alto grado sono molto anormali, mal organizzate e causano tumori più aggressivi
- Stadio: lo stadio del tumore dice quanta porzione del tessuto vescicale è coinvolta dal cancro. I tumori della vescica “non muscolo-invasivi” si trovano nelle cellule dello strato interno della vescica. Questi tumori non invadono la parete muscolare. Quando invece è coinvolta la parete muscolare della vescica (la più esterna dell’organo) i tumori vescicali sono definiti “muscolo-invasivi”.
- Grado: i tumori vescicali possono essere di basso o alto grado. Le cellule tumorali di alto grado sono molto anormali, mal organizzate e causano tumori più aggressivi
Le opzioni per il trattamento dipendono da grado e stadio tumorale.
L’urologo valuta (talora anche in corso di incontri multidisciplinari cui partecipano oncologo e radioterapista) il modo migliore per gestire le cure considerando anche lo stato di salute generale e l’età del paziente, nonché la probabilità di recidiva e/o progressione del tumore.
Il trattamento per tumori della vescica è principalmente di tipo chirurgico; questo può essere però integrato da un trattamento medico o radioterapico.
1)Trattamento chirurgico
La chirurgia del cancro della vescica prevedere in prima istanza l’asportazione del tumore dalla parete vescicale per via endoscopica (resezione endoscopica vescicale, TUR-V).
La resezione transuretrale del tumore della vescica viene solitamente eseguita in anestesia (spinale o generale). L'intervento viene eseguito endoscopicamente, tramite un cistoscopio che passa attraverso l'uretra per raggiungere la vescica; quindi non vi è alcun taglio nell'addome.
Il cistoscopio è uno strumento rigido dotato di un’ottica e di un’ansa per eseguire dei prelievi di tessuto. L’urologo è pertanto in grado di vedere all'interno della vescica, prelevare campioni e asportare il tumore; i prelievi saranno analizzati per permettere la definizione di grado e stadio tumorale. Al termine della procedura viene lasciato un catetere nella vescica per 2-3 giorni per consentire alla vescica di guarire.
In un secondo tempo, in base anzitutto al dato istologico e al successo o meno dei trattamenti endoscopici e/o instillativi (vedi sotto) si prende in considerazione l’asportazione dell’intera vescica (cistectomia radicale).
I pazienti sottoposti a cistectomia radicale sono candidati all’intervento di ricostruzione della vescica quando possibile o a una derivazione esterna mediante sacchetto.
Nei tumori vescicali “non muscolo-invasivi” la cistectomia radicale viene eseguita quando le restanti terapie non sono state efficaci.
Nei tumori vescicali “muscolo-invasivi” è invece l’opzione più comune.
Durante questa chirurgia, oltre alla vescica vengono rimosse la prostata e le vescicole seminali nell’uomo, mentre nella donna l’utero, le ovaie, la vagina o parte della vagina; vengono rimossi inoltre i linfonodi e l’uretra o una porzione della stessa.
Una volta asportata la vescica, l'urina verrà immagazzinata e fatta uscire dal corpo per un percorso diverso, tramite una differente “derivazione urinaria”.
Le principali derivazioni urinarie sono:
- Condotto ileale: per creare un condotto ileale, il chirurgo prenderà una porzione di intestino e lo utilizzerà per creare un'apertura (stoma) sulla superficie dell'addome. Allo stoma verrà attaccata una sacca per raccogliere l'urina.
- Neovescica ortotopica: anche in questo caso viene utilizzato l’intestino per creare un nuovo serbatoio, ma in questo caso l’urologo crea una “sacca” interna, proprio come la vescica, per conservare l'urina. Il paziente sarà in grado di svuotare l'uretra nello stesso modo in cui lo faceva prima dell'intervento. In alcuni casi, potrebbe essere necessario utilizzare un catetere per rimuovere l'urina.
- Ureterocutaneostomia: in questo caso gli ureteri vengono abboccati direttamente ad uno stoma creato sulla parete addominale (senza l’interposizione dell’intestino).
E’ necessario parlare e confrontarsi con l’urologo per scegliere, qualora ve ne sia la possibilità, il tipo di deviazione urinaria. Avere una deviazione urinaria può infatti avere un grande impatto sulla qualità della vita.
2) Trattamento medico
In relazione al tipo di tumore, può essere necessario dopo la TUR-V effettuare cicli di instillazione endovescicale di chemio o immunoterapici.
Per i pazienti con tumore in stato avanzato, che si è diffuso in altre sedi oltre la vescica, il medico può suggerire la chemioterapia sistemica, talora come unica opzione terapeutica o prima di una cistectomia radicale.
La terapia endo-vescicale ("all'interno della vescica") avviene quando un farmaco terapeutico (chemio terapico o immuno terapico) viene inserito direttamente nella vescica. Il farmaco viene inserito nella vescica con l'aiuto di un catetere (un tubo sottile che viene inserito attraverso l'uretra) e viene mantenuto nella vescica per una o due ore e poi viene espulso tramite minzione del paziente.
La chemioterapia intravescicale viene solitamente somministrata immediatamente dopo l'intervento chirurgico, con schemi specifici settimanali e mensili, a seconda del tipo di farmaco utilizzato e di protocollo attuato.
I più comuni effetti collaterali includono:
- Minzioni frequenti
- Minzioni dolorose
- Bruciore durante la minzione
- Febbre
- Sintomi simil-influenzali
- Rash cutanei
- Infezioni batteriche polmonari o sistemiche
3) Trattamento radioterapico
La radioterapia può essere effettuata anche in associazione alla chemioterapia o in sostituzione alla chirurgia nei soggetti affetti da carcinoma vescicale e non operabili per comorbidità.
In casi selezionati, può risultare appropriata anche una combinazione di radioterapia e chemioterapia adiuvante dopo la cistectomia.
Il trattamento radioterapico può inoltre essere utilizzato per arrestare il sanguinamento delle pareti vescicali, qualora si sia in assenza di altre possibilità terapeutiche.
E’ necessario considerare che il tumore vescicale può recidivare e ripresentarsi nei mesi e negli anni successivi al primo riscontro, nonostante le terapie eseguite.
E’ quindi fondamentale prevedere di sottoporsi a controlli regolari, definiti dall’urologo.
Se il paziente è stato sottoposto ad un intervento chirurgico di rimozione della vescica, è necessario considerare che è una procedura invasiva e stressante per l’organismo, con possibili complicanze e risvolti psicologici che richiedono del tempo per essere metabolizzati e superati.
- Evitare il fumo (principale fattore di rischio del tumore vescicale)
- Evitare l’esposizione a tutti i restanti fattori di rischio (radiazioni, sostanze chimiche, infezioni urinarie da parassiti)
- Eseguire controlli urologici periodici
- Bere adeguatamente (almeno 1.5 l/die di acqua)
- Evitare le infezioni urinarie ricorrenti
- Mantenere una buona forma fisica
- Avere una corretta alimentazione
Vescica urinaria
Descrizione | N. valutazioni |
---|---|
Dolore basso-addome | 1 |
Ematuria (sangue nelle urine) | 1 |
Minzione frequente | 1 |
Urgenza ad urinare (“non posso aspettare”, “devo correre”, “devo fermarmi al primo bar”) | 1 |
Dottoressa Silvia Secco
"Tratta gli altri come vorresti essere trattato"