L’amniocentesi è un esame diagnostico invasivo che consiste nell’aspirazione di una minima quantità di liquido amniotico attraverso un ago che viene introdotto nell’utero della donna sotto guida ecografica. Il liquido amniotico viene poi inviato a un laboratorio specializzato che si occupa di analizzarlo. Il liquido amniotico è infatti ricco di cellule appartenenti al feto: lo studio di tali cellule può dare risultati definitivi circa la possibilità che il feto sia o non sia affetto da patologie cromosomiche. L’amniocentesi è un esame invasivo, associato a un rischio abortivo, ed è dunque considerato di secondo livello: non tutte le donne si sottopongono ad amniocentesi, ma solo quelle nelle quali esiste un alto rischio di patologie genetiche a carico del feto. Il test di screening che si esegue nel primo trimestre, tra le 11 e le 13 settimane seleziona la popolazione di gravide ad alto rischio che possono accedere alla procedura invasiva.
In quale settimana di gravidanza si fa l'amniocentesi?
L’amniocentesi si esegue alla 14-16 settimana.
Cosa non fare dopo l'amniocentesi?
Dopo l’amniocentesi è consigliabile rimanere a riposo, evitare di fare sforzi eccessivi o attività sportiva. A una
settimana dalla procedura è consigliabile eseguire un’ecografia per valutare la vitalità del feto e la quantità di
liquido amniotico.
Quando finisce il rischio di aborto dopo amniocentesi?
Generalmente il rischio è massimo nei primi 4 -7 giorni dalla procedura. Dopo due settimane dalla procedura, il rischio di aborto torna a essere sovrapponibile a quello ante procedura.
Quanto si deve stare a riposo dopo l,amniocentesi?
L'utero è un importante organo che fa parte dell'apparato genitale femminile degli esseri umani e della maggior parte dei mammiferi. Nell'essere umano, l'estremità inferiore dell'utero, la cervice, si apre nella vagina, mentre l'estremità superiore è collegata alle tube di Falloppio.
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