La durata di una risonanza magnetica dipende dall'estensione della parte del corpo da esaminare ma può essere anche di 40-45 minuti. Molti possono trovarsi in difficoltà a mantenersi immobili come richiesto perché l'esame riesca bene, per tutto il tempo. Si può però chiedere a chi la esegue di sgranchirsi un po' tra una sequenza e l'altra.
La risonanza magnetica (RM) è una tecnica diagnostica che fornisce immagini dettagliate del corpo umano utilizzando campi magnetici senza esporre il paziente a nessun tipo di radiazioni ionizzanti. Viene utilizzata per la diagnosi di una grande varietà di condizioni patologiche perché permette di visualizzare soprattutto gli organi interni, insieme allo scheletro e alle articolazioni.
In oncologia viene utilizzata per la diagnosi, la stadiazione e la valutazione della risposta al trattamento di diversi tipi di tumore.
Per eseguire l'esame, al paziente viene chiesto di stendersi su di un lettino che viene fatto scorrere dentro a un’apposita macchina, e di restare fermo e rilassato per tutta la durata dell'esame.
Durante la gravidanza l'esame non è controindicato, anche se la prudenza consiglia di evitarlo nelle prime 12 settimane, se non è assolutamente indispensabile e urgente.
Non possono sottoporsi a risonanza magnetica i portatori di pacemaker cardiaco o di neurostimolatori perché i campi magnetici prodotti dall'apparecchiatura potrebbero alterare il loro funzionamento.
L'esame è controindicato anche per chi, a seguito di incidenti o di interventi chirurgici, ha nel corpo strutture metalliche di vario tipo, specialmente se in prossimità di organi vitali, per evitare che i campi magnetici prodotti dalla macchina possano provocare il loro spostamento o il loro surriscaldamento. Tipicamente si tratta di protesi, chiodi e viti applicate in ortopedia, ma esistono anche altri dispositivi in uso in altri rami della chirurgia (per esempio in interventi di angioplastica su arterie e vene), realizzati con materiali che potrebbero rendere rischioso l'esame. Le protesi del cristallino impiantate per la cataratta prima della metà degli anni Ottanta del secolo scorso o le valvole cardiache metalliche costituiscono un motivo di controindicazione all'esecuzione della risonanza magnetica.
Recentemente sono stati messi a punto e introdotti nella pratica chirurgica nuovi materiali che non interferiscono con l'indagine. In ogni caso è bene segnalare ogni tipo di operazione subita in passato. In caso di necessità il medico potrà contattare la struttura dove è stato eseguito l'intervento per accertarsi della compatibilità del materiale utilizzato oppure sottoporre il paziente a una radiografia preliminare per escludere la presenza di materiale metallico.
Sempre per il rischio di avere nel corpo piccole schegge metalliche anche senza esserne consapevoli, è opportuno che chiunque abbia lavorato come tornitore, saldatore, carrozziere, addetto alla lavorazione di vernici metallizzate oppure abbia subito incidenti di caccia o sia stato vittima di un'esplosione, informi gli operatori.
No, nei giorni precedenti l'esecuzione di una risonanza magnetica, qualunque sia la parte del corpo da esaminare – e indipendentemente dal fatto che si preveda l'iniezione di un mezzo di contrasto o meno – di solito si può mangiare normalmente e assumere tutti i medicinali di cui si fa abitualmente uso. Non è richiesto alcun tipo di preparazione né occorre alcuna particolare precauzione.
Il medico può però prevedere un trattamento preventivo per evitare reazioni rischiose nei soggetti allergici che devono sottoporsi all'esame con mezzo di contrasto paramagnetico (gadolinio). Viene anche richiesto un esame specifico per valutare un’eventuale insufficienza renale (creatininemia), che sconsiglierebbe l’utilizzo del gadolinio.
Sempre e soltanto quando è previsto l'uso di un mezzo di contrasto, le donne che allattano dovrebbero raccogliere e conservare prima dell'esame il latte necessario per le 24 ore successive all'indagine, da somministrare con il biberon, per evitare il rischio che la sostanza passi al piccolo.
Il giorno dell'esame si consiglia di indossare indumenti senza ganci o bottoni automatici, spille, chiusure lampo o altre parti metalliche che andrebbero in ogni caso tolti prima dell'esecuzione dell'indagine. Si consiglia di prestare molta attenzione anche ai punti metallici applicati in tintoria, che spesso restano attaccati alle etichette perché difficilmente visibili.
Per evitare inconvenienti, comunque, il paziente viene di norma invitato a togliersi tutti i vestiti a esclusione della biancheria intima (purché priva di parti metalliche) e a indossare un camice, fornito dal personale, e calzari monouso.
Occorre togliere gioielli e piercing, fermagli per capelli e cinture, occhiali e orologio, ma anche eventuali lenti a contatto, apparecchi per l'udito, protesi dentarie mobili, cinti sanitari, busti e parrucche. Non è consentito portare con sé cellulari, carte di credito o altre tessere magnetiche che potrebbero interferire con lo strumento di indagine.
In alcuni casi si richiede anche di rimuovere i cosmetici dal viso e dagli occhi: si può decidere di non truccarsi oppure di portare con sé il necessario per la pulizia del viso.
All'esame ci si può tranquillamente recare da soli perché non occorre alcun tipo di assistenza né durante l’esecuzione né al termine. Conclusa l'indagine si può tornare a casa, anche guidando, senza nessun tipo di limitazione.
L'esecuzione di una risonanza magnetica non è mai dolorosa, se si esclude la piccola puntura richiesta dall'eventuale iniezione di mezzo di contrasto nella vena del braccio.
Gli unici fastidi che si possono avvertire durante l'esecuzione dell'esame derivano dal forte rumore provocato dalla macchina e dal senso di claustrofobia che, soprattutto in passato, era provocato dal rimanere chiusi in un grande cilindro per il tempo necessario all’esame.
Per rimediare al rumore di solito vengono fornite al paziente cuffie o tappi per le orecchie, non è invece consentito l'utilizzo di dispositivi elettronici.
Il disagio provocato dalla chiusura nella macchina è oggi minore di un tempo per la disponibilità di apparecchiature ventilate, più ampie e aperte. Nella maggior parte dei casi è sufficiente cercare di rilassarsi e pensare ad altro, ma è importante restare immobili e non parlare per non interferire con l'esecuzione dell'esame. Sarebbe opportuno che chi soffre di forme gravi di claustrofobia, epilessia o disturbi psichiatrici segnalasse il problema agli operatori: in casi di necessità è possibile ricorrere a una leggera sedazione, spesso utilizzata anche allo scopo di tenere fermi a lungo i bambini.
Nel corso dell'esame è normale avvertire un senso di riscaldamento in alcune parti del corpo, che va segnalato agli operatori solo se diventa eccessivo.
È possibile anche che il campo magnetico generato dalla macchina, stimolando le cellule nervose del paziente, provochi la contrazione involontaria o la sensazione di pulsazione in alcuni muscoli in varie parti del corpo. Anche questi effetti non devono preoccupare; se diventano troppo fastidiosi è consigliabile avvertire l'operatore, con cui si è sempre in contatto tramite un campanello di allarme e un interfono situati all'interno dell'apparecchiatura.
A sua volta, chi esegue l'esame vede e ha sotto controllo in ogni istante il paziente e può quindi sempre intervenire in caso di necessità.
Nella sede di tatuaggi, soprattutto se fatti molti anni fa, quando era più comune l'uso di pigmenti metallici, si possono creare irritazioni della pelle.
Rispettando le cautele sopra descritte, l'unico possibile rischio nel corso della risonanza magnetica è quello di una reazione allergica alla sostanza usata come mezzo di contrasto, il gadolinio, che generalmente è molto più rara e lieve di quella prodotta da mezzi di contrasto a base di iodio usati per gli esami radiografici. In ogni caso è bene avvertire il personale se in passato si sono verificate reazioni allergiche di questo tipo o se si è affetti da gravi disfunzioni renali.
L'allergia si può manifestare con sintomi lievi, come prurito, nausea e vomito e, solo in casi eccezionali, scatenare reazioni più gravi che il personale è comunque pronto a fronteggiare.
Nonostante l'aggettivo "nucleare" con cui veniva un tempo denominato questo esame, la risonanza magnetica non prevede l'uso di sostanze radioattive né di radiazioni ionizzanti come quelle dei raggi X, ma sfrutta campi magnetici di alta intensità e onde a radiofrequenza simili a quelle utilizzate per la radio e la televisione, che interessano i nuclei delle cellule degli organi da esaminare.
Allo stato attuale delle conoscenze non c'è ragione di credere che la RM possa provocare danni nemmeno a distanza di tempo.
Le donne portatrici di mezzi contraccettivi intrauterini come la spirale dovrebbero però consultare il loro ginecologo per valutare l'opportunità di eseguire un'ecografia di controllo, per accertarsi che il dispositivo non si sia spostato sotto l'effetto dei campi magnetici prodotti nel corso dell'esame, col rischio che la sua efficacia si sia ridotta e che si vada incontro a una gravidanza indesiderata.
A meno di indicazioni diverse da parte del personale che ha eseguito l'esame, non occorre un periodo di osservazione al termine dell'indagine: ci si può rivestire subito e tornare a casa.
Con l'unica eccezione delle donne che allattano, se sottoposte a un esame con mezzo di contrasto, tutti gli altri possono riprendere da subito la loro vita normale, senza nessuna limitazione di alcun genere.