La durata dell'esame dipende dalla lunghezza dell’intestino esplorato e dall'eventuale necessità di fare biopsie e asportare polipi. Una semplice rettosigmoidoscopia può durare da 5 a 15 minuti, nel caso ci siano polipi da togliere; per effettuare una pancolonscopia ci vuole un po' più di tempo, da 30 fino a 45 minuti.
La colonscopia è un esame endoscopico con cui è possibile osservare la superficie interna del colon e del retto e di conseguenza si utilizza per la diagnosi di malattie infiammatorie croniche, diverticoli, polipi e tumori maligni. La colonscopia è importante anche per la prevenzione secondaria del tumore del colon-retto, il secondo tumore più frequentemente diagnosticato nella popolazione italiana. Solitamente si effettua se il paziente risulta positivo all'esame del sangue occulto fecale, che rientra nei programmi di screening regionali per la diagnosi precoce dei tumori del colon-retto, indirizzati alla popolazione fra i 50 e i 69 anni.
Forma, decorso, calibro e colore delle viscere vengono analizzati grazie al colonscopio, uno strumento composto da un tubo flessibile collegato a una fonte di luce e munito di microcamera (sonda endoscopica), che viene introdotto nel canale anale. A seconda della porzione di intestino che si esamina, si parla di:
- rettosigmoidoscopia, se vengono visualizzati solo gli ultimi 50-60 cm circa del tratto digestivo, costituiti dal retto e dalla parte finale del colon chiamata sigma; in alcune regioni italiane la rettosigmoidoscopia è utilizzata come test di screening per i tumori del colon-retto, poiché quasi due terzi di questi si sviluppano nel retto e nell'ultima parte del colon;
- pancolonscopia o, più brevemente, colonscopia, se si fa risalire lo strumento fino a raggiungere l'ultimo tratto dell'intestino tenue, quando ciò è possibile. È bene ricordare, infatti, che in circa il 10 per cento dei casi l'esplorazione completa del colon può non riuscire per conformazione individuale o per precedenti interventi chirurgici all'addome.
Durante la colonscopia è possibile, inserendo nel tubo flessibile gli strumenti necessari, effettuare biopsie e asportare polipi. Questi ultimi sono protuberanze che si formano sulla superficie del colon e che nel tempo possono trasformarsi in un tumore maligno: asportarli quando sono di natura benigna o precancerosa protegge dallo sviluppo del tumore del colon-retto.
Sì, la preparazione alla colonscopia è fondamentale per la qualità dell'esame. È anche uno degli aspetti più fastidiosi dell'indagine perché richiede l’assunzione di un lassativo in modo da pulire completamente l'intestino.
Al momento della prenotazione, ogni centro consegnerà un foglio con precise istruzioni al riguardo. È bene leggerle già al momento della prenotazione, annotando sul calendario la data in cui cominciare la preparazione all’esame, e seguirle scrupolosamente per non dover ripetere la procedura una seconda volta, nel caso la parete dell'intestino non sia sufficientemente libera per essere ben esaminata.
Per quanto riguarda l’alimentazione, generalmente le restrizioni riguardano i due-tre giorni prima dell'esame, nei quali ci si deve astenere da tutti gli alimenti ricchi di scorie, come frutta, verdura, pasta e cereali integrali, mentre è possibile mangiare uova, carne, pesce, brodo, spremute, succhi di frutta, passate, omogeneizzati e, in piccole quantità, pasta e pane di farina raffinata.
Dal giorno o dalla sera prima dell'esame occorre attenersi, di solito, a una dieta totalmente liquida: si potranno quindi assumere solo brodo di dado (non vegetale), acqua, camomilla, tisane, succhi di frutta senza polpa, bevande analcoliche, caffè o tè senza latte, eventualmente con zucchero o miele. Modalità e orari relativi all’assunzione del lassativo possono cambiare se l'appuntamento è al mattino o al pomeriggio.
Le donne in gravidanza o che allattano, le persone allergiche, diabetiche o con grave insufficienza renale, cardiaca o respiratoria, devono segnalarlo all'atto della prenotazione, così che venga loro prescritto un lassativo idoneo.
Sì, il paziente deve farsi accompagnare in clinica e non guidare la macchina per tornare a casa, considerando che l’azione sedativa dei farmaci somministrati prima della colonscopia potrebbe rallentare i riflessi.
Grazie alla sedazione cosciente si possono ridurre fastidio e dolore fino ad azzerarli.
La colonscopia di per sé è un esame considerato sicuro, ma non è mai possibile escludere del tutto qualche rara complicazione, in particolare la perforazione dell'intestino e la comparsa di emorragie quando si asportano grossi polipi.
La perforazione, cioè l'apertura accidentale di un foro nella parete intestinale, è comunque nella maggior parte dei casi trattabile con l’applicazione di clip metalliche, tuttavia si può rendere necessario un immediato intervento chirurgico di riparazione e la somministrazione di una forte cura antibiotica. Eventuali perdite di sangue dovute alla rimozione dei polipi vengono invece cauterizzate immediatamente attraverso lo strumento, in modo indolore.
I sedativi possono talvolta provocare, oltre alla sonnolenza, secchezza della bocca e annebbiamento della vista. Raramente, per lo più in soggetti predisposti, si sono verificate aritmie cardiache o reazioni gravi, tali da richiedere un intervento medico: per evitarle è importante comunicare al personale sanitario eventuali allergie o intolleranze.
No, ma nelle ore successive alla sua conclusione si potranno avvertire crampi e senso di gonfiore provocati dal gas insufflato nel colon per distendere le pareti.
Se però, nelle ore o nei due-tre giorni successivi all'indagine, dovesse comparire un dolore addominale accompagnato da febbre inspiegabile, vomito o perdite di sangue ripetute, eventualmente con vertigini e debolezza, è meglio rivolgersi al pronto soccorso.
Dopo l'asportazione di un polipo è normale che si verifichino, per diversi giorni, piccole perdite di sangue attraverso il retto. Se invece la quantità di sangue dovesse aumentare, è bene contattare il medico curante per verificare la possibilità di una perforazione dell'intestino.
Di solito, in seguito alla sedazione, si viene invitati a restare in clinica per una trentina di minuti, in attesa di recuperare la piena lucidità. Se si ha sete, in questa fase si può bere un po' d'acqua.
Una volta riaccompagnati a casa, è bene restare a riposo tutto il giorno. Per 24 ore non si può guidare né praticare altre attività che richiedano attenzione e riflessi pronti, né maneggiare attrezzi pericolosi, né assumere bevande alcoliche. Già nel giorno in cui si è stati sottoposti all'esame si può riprendere a mangiare normalmente, cominciando da cibi leggeri. Si può poi tornare alle proprie abitudini alimentari consuete, così come all'assunzione dei farmaci che erano stati eventualmente sospesi, secondo i tempi indicati dal medico.
Le informazioni di questa pagina non sostituiscono il parere del medico.
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